L’arrivo dei patrizi veneziani
Venezia si estende sempre più in Terraferma. Da repubblica marinara gradualmente dal XV secolo diventa uno dei più grandi stati della penisola italiana. Le nuove terre che il Po formava risultavano particolarmente appetibili, specie per le famiglie patrizie veneziane che le vedevano, data la loro natura, come investimento fondiario a lungo termine, e, per seguire questo investimento, dalle bonifiche prima, alla conduzione del fondo poi, realizzarono delle case padronali, le Ca’, con i relativi rustici annessi.
L’occupazione dei nuovi terreni da parte delle grandi famiglie patrizie veneziane, con le loro tenute, le loro ville rurali, le loro attività agricole, la costruzione di oratori e di chiese, ha dato un nome alla maggior parte delle località del Delta.
L’espansione di Venezia nella terraferma avviene gradualmente. La costituzione dello Stato da Terra, con le annessioni di Vicenza, Verona, Padova, Feltre e Belluno, si compirà nel primo decennio del Quattrocento, per espandersi successivamente al Bresciano, Bergamasco e Polesine di Rovigo nel corso dello stesso secolo, e sostanzialmente tale rimarrà fino al 1797.
Caccia nella laguna – Vittore Carpaccio (1465–1526) | J. Paul Getty Museum
Nonostante la costituzione dello Stato da Terra nella…
“psiche collettiva lagunare del Quattrocento il Levante e la Terraferma non si trovano affatto sullo stesso piano ” (A. Tenenti, 1978)
…poiché per la quasi totalità dei patrizi, come per il resto dei veneziani, è ancora lo Stato da Mar ad apparire come la principale fonte di ricchezza della Repubblica. Un cambio graduale di rotta si avrà con la caduta di Costantinopoli (1453) e l’avanzata ottomana in Europa, con la progressiva stabilizzazione dello Stato da Terra dagli anni Venti del Cinquecento, e, in minor misura, con le nuove scoperte geografiche. Questo nuovo scenario geopolitico suggerisce di diversificare il capitale. I casati veneziani mutano atteggiamento verso gli investimenti fondiari, investimenti che, abbinati a una favorevole congiuntura economica, perdurarono per l’intero XVI secolo, spingendosi fino ai primi decenni del secolo successivo. Complice una prassi successoria che de facto rendeva inalienabili i beni immobili, comprese le proprietà fondiarie, si assisterà, nel volgere di un cinquantennio, a una sempre crescente penuria di terre acquistabili.
Una nota studiosa, dopo aver elencato le famiglie patrizie veneziane di Ca’ Cappello, Ca’ Venier, Ca’ Zen, Ca’ Vendramin, Ca’ Pisani, Ca’ Cornera, Ca’ Farsetti, Ca’ Tiepolo, Ca’ Garzoni, Ca’ Soranzo, Ca’ Dolfin, Ca’ Zuliani, scrive: “…Sembra un appello in Canalgrande…” (M. Bertoncin, 2004). Dopo circa due secoli di presenza Veneziana nel Basso Polesine il paesaggio deltizio risultava radicalmente modificato. Laddove si profilavano distese di canne palustri celando la discontinuità tra terra ed acqua, sul finire del XVIII secolo si stendono risaie, ma anche frumento e filari di viti maritate a gelsi o salici, e il nuovo ramo del Po (quello creato dal Taglio e oggi denominato di Venezia) ha creato quella punta che solo quattro secoli prima non esisteva.
Il Nuovo Delta ha significato per Venezia: il superamento dell’amministrazione di Loreo nella gestione dell’area, con le confische delle tenute da essa concesse a livello; l’alienazione tramite pubblica asta delle stesse; la regolazione idrogeologica da parte della Repubblica; l’acquisizione progressiva delle nuove terre alluvionali; la bonifica delle stesse; lo sfruttamento intensivo di tutte le risorse necessarie per aumentarne la redditività e la realizzazione di quell’insieme di manufatti ivi necessari.
The Ca’ built by the Venetian patricians
The new alluvial lands, mostly made of marshes and reeds, were not very hospitable and were generally used for hunting, fishing and to produce chairs, baskets and construction racks. These lands were quickly and promptly sold by the Serenissima and purchased mainly by Venetian patrician families, through periodic public auctions, following their confiscation by the Republic from those who, legitimately or illegally, had occupied them. For nearly two centuries the Venetian Delta was almost exclusive property of these patrician families, so much so that even today some of these families are remembered by the names of many places: Contarina (Contarini), Donada (Donà), Ca ‘Venier (Venier), Ca’ Tiepolo (Tiepolo) etc. Venice was indeed spreading more and more into the mainland. From the fifteenth century on, from being a maritime republic Venice gradually became one of the largest states of the Italian peninsula. Given their nature, the new lands formed by the Po were particularly attractive to Venetian nobles who saw them as a long-term land investment. To control them, it became essential to create rural settlements linked to the manor houses, the Ca ‘: around these were thus erected oratories, furnaces, mills, all essential to the micro-communities that were forming around them. Although the Ca ‘of the Delta do not have the monumentality and artistic value of many Venetian Villas, they still have a dignity of their own that allowed the owners to mark the territory with their own image owed to architectural elements that are however distinctive.