Ca’ Da Marina
Via Luigi Pirandello, a 350 m dall’incrocio con via Chiavichino, località Cao da Marina, Porto Viro, Rovigo.
Visitabile solo esternamente
L’ex oratorio, dedicato a San Gaetano da Thiene, è l’unica architettura superstite di una tra le più antiche corti deltizie. Si tratta di un piccolo oratorio, oggi sconsacrato, ad aula unica con abside semicircolare a Levante e un campanile sul lato settentrionale tra l’abside e la navata. La Ca’ è stata demolita due decenni addietro, in data imprecisata; dalle foto storiche la casa padronale si presentava come un edificio a pianta rettangolare, con il piano terra e quello nobile dominati da un salone centrale passante sul quale si aprivano le stanze laterali, evidenziato anche nel prospetto, in particolare nel primo piano, da un balcone sormontato da arco a tutto sesto. L’intervallo tra il piano nobile e il sottotetto adibito a granaio, con le tipiche finestre quadrate, può suggerire che quest’ultimo sia stato aggiunto in tempi più recenti e la fascia senza aperture fosse il luogo occupato dal tetto prima di tale intervento. Altri rustici componevano la corte, tra cui una barchessa, una stalla con fienile e il muro di cinta.
CA’ DA MARINA | 1478-1592
In Via Pirandello, near Po di Levante
This corte was built between 1551 and 1592 by the Malipiero family on a pre-existing late fifteenth century building. Only its chapel remains today. The manor house, of considerable historical value as it housed for almost four years the superintendent of Porto Viro Cut Off, Alvise Zorzi, was recently demolished. The oratory is in pitiful condition.
Cenni storici
Le prime notizie sulla proprietà risalgono al 1478 quando queste terre vengono concesse a livello dalla Comunità di Loreo al casato veneziano dei Da Riva. Nel 1550 i Da Riva permutano la “possessione” deltizia con un’analoga tenuta nel conselvano di proprietà di Gianantonio Malipiero. Dall’atto di permuta emerge che la “possessione” era dotata di alcuni edifici, riportati nella mappa del Glisenti, che i Malipiero trasformeranno nei successivi cinquant’anni in una corte cinta da un muro al cui interno si trovavano: la casa padronale, annessi rustici e l’oratorio. Nei secoli successivi la tenuta passò ai Contarini, prima a Francesco Contarini del ramo da San Trovaso, poi, a saldo di un debito, a Giovanni Contarini dalle Porte di Ferro del ramo da San Francesco della Vigna, quindi, tra il 1740 e il 1761, ai Corner da San Tomà.
Curiosità
La casa dominicale ospitò per quasi quattro anni le trasferte di Alvise Zorzi provveditore al Taglio di Po a Porto Viro, a partire dal 11 marzo 1600: “ti commettemo con esso Senato che debbi col nome del Sig. Dio transferirti quanto prima sopr’al luogo et potendoti valere della casa del N.H. ser Zuane Malipiero, che prontamente l’ha concessa”.
Galleria
Una storia secolare
Da Riva da San Trovaso
Nel 1478 la Comunità di Loreo concede a livello ai fratelli Giangirolamo e Andrea, di Paolo fu Andrea, da Riva i terreni sulla riva destra del Po delle Fornaci compresi tra questo e i montoni a sud. I beni, stando alla condizione di decima presentata da Giovanni Francesco da Riva, di Francesco fu Antonio, che rientravano nella dote della moglie Modesta da Riva di Andrea fu Paolo, risultano nel 1514 improduttivi: “per esser sta dicta possession e terrenj destructi e desolati da nemici” durante a guerra di Cambrai.
Malipiero da Santa Marina
Giovanni Antonio Malipiero di Nicolò fu Stefano, dopo essere entrato in possesso della tenuta in seguito alla permuta con i Da Riva, fa trasformare l’edificio padronale in una casa dominicale (1551), casa che verrà poi ulteriormente ampliata dal nipote Giovanni. Questi ebbe solo una figlia, Elisabetta, che nel 1601 sposa Francesco Contarini di Pietro fu Filippo da San Torvaso. Giovanni il 10 gennaio del 1607 m.v. (1608) “nella casa de Ca’ Emo ove al presente abita il carissimo senator in contrà di San Moisè” redige il suo testamento: “… Lasso al sopradeto Zaneto figlio della clarissima donna Betta mia figlia dopo la morte della clarissima madonna Marina mia consorte et poi di essa madonna Betta il mio luogo della Ca’ di Marina con tutte sue fabriche et campi di qualunque sorte et tutti altri luoghi ch’io mi ritrovasse anco soto Loreo …”.
M. Barbaro, Arbori di Patritii veneti, 1751-1800 (Genealogie Barbaro), ms in ASVe, Miscellanea Codici, 4966. 001. Serie Storia veneta bb. 17-23. Particolare dell’albero Malipiero.
Contarini da San Trovaso
La tenuta viene portata in dote da Elisabetta Malipiero quando, nel 1601, sposerà Francesco Contarini, passando così la proprietà ai Contarini da San Trovaso. Dall’unione tra Francesco ed Elisabetta nasceranno due figli maschi, Piero e Giovanni, e almeno una figlia Marina che, nel 1625 sposerà Giovanni Contarini di Nicolò fu Bertuccio. Giovanni nel 1666 cederà l’intera tenuta deltizia al cognato Giovanni Contarini a saldo di un debito di 4.200 ducati forse contratto dalla madre Elisabetta. La tenuta comprendeva oltre alla casa dominicale e agli annessi rustici anche una fornace poco più a monte e, entro il muro della fattoria, un piccolo oratorio.
M. Barbaro, Arbori di Patritii veneti, 1751-1800 (Genealogie Barbaro), ms in ASVe, Miscellanea Codici, 4966. 001. Serie Storia veneta bb. 17-23. Particolare dell’albero Contarini.
Contarini da San Francesco della Vigna detti dalle Porte di Ferro
Il 22 ottobre 1666 Giovanni Contarini, di Nicolò fu Bertuccio, otterrà, a saldo di un debito di 4.200 ducati, dal cognato Giovanni Contarini di Francesco fu Pietro del ramo da San Trovaso, la tenuta denominata Ca’ da Marina.
Corner da San Tomà
Probabilmente la tenuta di Ca’ da Marina fu ceduta a Girolamo I Corner, di Girolamo I detto Giovanni del fu Girolamo II detto Giovanni, da Nicolò III Contarini, di Alvise fu Nicolò, tra il 1757, anno della morte di Alvise, e il 1761, anno in cui fu redatto dall’architetto Giorgio Fossati il Catastico di Loreo. Girolamo I (1714-1785) nel 1743 sposò Beatrice Gelthof da cui ebbe due figli maschi: Girolamo I (1745-1776) detto Giovanni e Girolamo II (1746-?) detto Andrea, confermato con Sovrana Risoluzione 11 novembre 1817.
Scheda a cura di: Stefano Turolla